La storia vede come protagonista Jared, un adolescente figlio di un pastore battista che sente, ad un certo punto della sua vita, di provare attrazione per gli uomini. Jared sa che non potrà mai dire questa cosa ai suoi genitori, li deluderebbe, nonostante lui non possa cambiare i suoi sentimenti. Jared, quindi, finge di essere eterosessuale ed ha una relazione con una ragazza, si comporta in modo normale e frequenta gli ambienti della parrocchia, ma sente che qualcosa non va nella sua vita. Non si sente libero, così un giorno tutto viene fuori e alla notizia i suoi genitori reagiscono pregando, piangendo e iscrivendolo ad un programma di riabilitazione, "Love in action", il quale ha l'obiettivo di reprimere qualsiasi impulso omosessuale.
Prima di vedere il film, nonostante fossi vagamente informata sulla presenza di determinati centri di questo genere, non credevo che la storia sarebbe stata così forte ed emotiva. Il centro di riabilitazione dove Jared viene mandato è una prigione, una forma di violenza nei confronti di tutti coloro che da omosessuali vorrebbero solo vivere la propria vita secondo i loro desideri. Attraverso la riabilitazione Jared ricorda gli avvenimenti che lo hanno portato sin lì, l'incontro con altri ragazzi omosessuali e le relazioni instaurate con essi, la percezione dell'omosessualità che la gente aveva e continua ad avere. Nel centro insegnano ai ragazzi che le loro pulsioni sono come sintomi di una malattia, che sono loro a voler essere omosessuali e che niente gli impedisca di smettere di esserlo, basta crederci e l'omossessualità non sarà più un problema.
E' un film molto carico a livello emotivo, durante tutto il film si sente la tensione montante e vediamo arrivare il momento in cui la realizzazione di quanto sia sbagliato tutto quello che stanno facendo colpirà non solo Jared, ma anche sua madre. E' un film che parla di tante cose, oltre che di omosessualità, ci parla di libertà di scelta, di chiesa e di fede, di famiglia e di accettazione, tutte tematiche che vengono affrontate magnificamente attraverso un film per il quale non si può non emozionarsi, perchè empatizzare con il protagonista è fin troppo semplice in tempi come questi, in cui la società tenta di reprime tutto ciò che non è "nella norma" per i suoi criteri malati.
La sceneggiatura è scritta in maniera eccezionale, tratta dal romanzo del vero protagonista delle vicende, riesce a trasmettere tutte le emozioni contrastanti e dolorose che il protagonista ha provato durante questo buio periodo della sua vita.
Parlando degli attori, Nicole Kidman è come sempre un'attrice fenomenale, mi ha commossa e mi ha provocato brividi con la sua interpretazione di una madre che crede di fare del bene, che credi di poter "salvare" suo figlio, ma che capisce che non c'è niente da salvare perchè la felicità del figlio è più importante di qualsiasi altra cosa, anche della fede. E poi c'è Lucas Hedges, anche lui eccezionale. Mi è piaciuta molto la sua interpretazione del personaggio principale, un ruolo non semplice, ma a cui lui ha saputo dare un'anima. Gli altri attori sono stati tutti molto bravi, sono tutti personaggi del mondo dello spettacolo alquanto famosi, quindi non mi stupisco della qualità interpretativa del film, era una certezza.
Insomma, credo di avervi detto tutto su questo splendido film che apre gli occhi su una dinamica che in America trova ancora supporto, una realtà crudele e disumana che non dovrebbe esistere, perchè la manipolazione e l'imposizione di modelli che non ci appartengono è una violenza. Vi consiglio vivamente di guardarlo, se ancora non lo avete fatto, perchè vi emozionerà, vi aprirà gli occhi e vi lascerà con una sensazione di ingiustizia e di dolore davvero fortissimi.
Cosa ne pensate? Lo avete visto o avete intenzione di farlo?
Al prossimo post,
Nali <3
Non lo conoscevo, ma mi ispira molto. Grazie per la segnalazione.
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