lunedì 15 aprile 2019

La cartella del professore di Kawakami Hiromi - Recensione

Buongiorno a tutti e benvenuti, oggi parliamo di La cartella del professore di Kawakami Hiromi edito Einaudi (al prezzo di 18.50 euro in cartaceo e di 9.99 euro in digitale - potete acquistarlo QUI).


Tsukiko ha poco meno di quarant'anni. Vive sola, e dopo il lavoro frequenta uno dei tanti piccoli locali di Tòkyo dove con una modica spesa si possono mangiare ottimi manicaretti e bere qualche bicchiere di birra o di sake. E un'abitudine molto diffusa fra gli uomini della metropoli, meno fra le donne. In una di queste occasioni incontra il suo insegnante di giapponese, che riconosce, malgrado i tempi del liceo siano ormai lontani, quando lo sente ordinare le stesse pietanze. Tsukiko e il prof, come lei lo chiama, iniziano a parlare e trovano subito un'intesa nella loro passione per il cibo. I tanti manicaretti della delicata cucina giapponese accompagnano gli incontri mai programmati, ma non per questo meno frequenti, di due persone cosi diverse eppure simili nella quieta accettazione della propria solitudine, e ogni incontro rappresenta un impercettibile avvicinamento, serve a chiarire dubbi e fraintendimenti. Ma la donna fatica a trovare una sua dimensione adulta, e il professore - che è vedovo e ha settanta anni - non riesce a uscire dal suo passato di marito e insegnante. Arriva la stagione dei funghi, le ferie di Capodanno passano senza allegria, poi fioriscono i ciliegi, si organizza una gita che delude le aspettative e termina, come tante serate, nel torpore dell'alcol... Trascorrono cosi due anni. E dopo infiniti appuntamenti, giunge il momento in cui il prof vince il pudore e chiede a Tsukiko se accetterebbe di frequentarlo "con la prospettiva di stringere una relazione amorosa"...

 Non avevo mai sentito parlare di Kawakami Hiromi, nonostante sia una delle scrittrici giapponesi più famose della nostra epoca, a dimostrazione del fatto che molto spesso la letteratura prodotta da donne sia bistrattata. 

La cartella del professore è un romanzo breve, ma molto intenso a suo modo. Ci racconta la storia di Tsukiko e del professor Harutsuna. I due si rincontrano dopo molti anni, non si vedevano da quando lei era una sua studentessa del liceo, e instaurano un rapporto che, con l'avanzare del tempo, si evolverà in qualcosa di più. Questo comporterà diverse problematiche, soprattutto dal punto di vista sociale, perchè le apparenze sono molto importanti e la società non sembra poter accettare una relazione tra due individui con una così grande differenza d'età. 

E', questo, un romanzo in pieno stile giapponese, caratterizzato da una delicatezza e da una sensibilità decisamente orientali. Il rapporto tra i due si sviluppa in un'alternanza di detto e non detto, i due non conversano molto, ma le loro azioni dicono molto più delle parole. Il loro rapporto si evolve nell'ombra ed è difficile, per entrambi, mettere a nudo i propri sentimenti dinanzi all'altro, così come davanti al resto del mondo. 

Non posso dire di aver amato questo romanzo che, per la prima metà mi ha lasciata indifferente. E' una storia che, all'inizio, si presenta piatta, abbiamo una successione di capitoli nei quali non succede quasi niente e questo ha rallentato di molto la mia lettura. Dalla seconda metà in poi, il romanzo prende un po' di ritmo e ha iniziato ad appassionarmi sempre di più.

Non è un libro che mi è piaciuto pienamente, ma non mi sento neanche di bocciarlo completamente. Infatti, ha degli elementi che mi sono piaciuti, come la delicatezza nell'affrontare una tematica che potrebbe essere considerata un tabù, soprattuto in Giappone, anche se qui in Italia comunque non è una cosa vista di buon occhio, la reticenza nel dire ad alta voce alcune sensazioni ed emozioni, soprattuto all'inizio del romanzo, quando la storia si sta evolvendo, ma i sentimenti ci sono già. Insomma, ho apprezzato molto il modo in cui è stato sviluppato il tema e la scrittura dell'autrice non mi è dispiaciuta, molto semplice e concisa. 


Ve lo consiglio? Ni, nel senso che penso sia un'autrice imprescindibile se si vuole approfondire la letteratura giapponese contemporanea, visto che come fama è quasi al pari di Natsuo Kirino e di Banana Yoshimoto, ma se dovessi consigliarvelo al di là di questi elementi, probabilmente non lo farei, perchè non mi ha lasciato moltissimo, pur essendo stata una lettura piacevole. 

Cosa ne pensate? Lo avete letto o avete intenzione di leggerlo?
Al prossimo post,
Nali <3

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