Anno Domini 1116, la Grifona salpa dal porto di Genova con 192 anime a
bordo: la rotta è verso il burrascoso Atlantico e le brume della
Cornovaglia bretone, dove un monastero pare custodisca un misterioso
manoscritto. Il suo comandante Guglielmo il Malo, della famiglia degli
Embriaci e trionfatore alla Prima Crociata, è segretamente in cerca
della verità sul Vaso di smeraldo, portato a Genova come bottino di
guerra e dono della Regina di Saba a Salomone, presente sulla tavola
dell'Ultima Cena di Nostro Signore. È davvero l'originale? O è un
clamoroso falso? Ma Guglielmo, l'ingegnoso costruttore di macchine da
guerra, è subito costretto a calarsi nei panni di un riluttante
detective, per indagare col fedele, sveglio scrivano Oberto da Noli,
narratore di tutta la storia, sui delitti di un efferato serial killer
che semina il terrore a bordo della sua galea nelle notti di luna nuova:
tre ufficiali sono stati uccisi uno dopo l'altro e lasciati con il
petto squarciato e senza cuore. Fra dramma e leggenda, bonacce e
tempeste, scarsità di viveri e malattie che riducono l'equipaggio a 109
anime, fra incontri con pirati e Vichinghi ma anche ammutinamenti,
Giuseppe Conte scrive un romanzo corale, ricco di suspense e colpi di
scena: protagoniste sono le crociate e le conquiste della sua grande
Genova, ma anche la pace e la nonviolenza che vedono Conte in persona
prestare un po' della sua voce al mastro d'ascia sufi Yusuf Abdel Rahim,
alias Giuseppe Pietrabruna. Un thriller storico mozzafiato e anche la
rocambolesca avventura di un'emancipazione femminile: quella di
Giannetta Centurione, la giovane cavallerizza e arciera che si ribella
alla volontà del padre e della matrigna e che si staglia infine come la
polena di una galea.
Un thriller storico era quello che mi aspettavo, ma non è quello che ho trovato tra le pagine di questo romanzo. La storia narrata è quella di un capitano che si ritrova a dover far fronte ad una serie di omicidi che sconvolgono la sua nave. Dovrà indagare, ma i dilemmi continueranno a moltiplicarsi senza mai districarsi.
Dalla breve trama che vi ho scritto sopra potreste pensare che mi sto sbagliando, che in realtà questo è un thriller storico, ma non fatevi ingannare, la storia della Grifona è solamente una cronaca di eventi lenta e ripetitiva, una storia che se non si fosse dilungata in inutili digressioni sarebbe potuta anche risultare interessante, ma non lo è. Sin da subito la storia non mi ha coinvolta, non mi sono affezionata ai personaggi e ho fatto fatica sino alla fine nel memorizzare la sfilza di nomi e cognomi che ad ogni pagina venivano introdotti senza sosta. L'ho trovato un libro noioso, troppo prolisso e scritto discretamente, neanche lontanamente vicino ad essere un libro degno di nota.
La trama non ha risvolti particolarmente interessanti o inaspettati, quindi la narrazione risulta piatta per la maggior parte della lettura, solo verso la fine la storia si fa più interessante, ma non troppo. Mi aspettavo qualcosa in più, era una trama che poteva essere sviluppata meglio e in meno pagine, a mio parere.
Dal punto di vista dei personaggi, essi sono ben caratterizzati e, anche se a fatica, riconoscibili in quelli che sono i loro tratti fondamentali. Ma sono troppi e troppo poco rilevanti perchè ci si possa affezionare a loro o perchè si possano avere anche solo simpatie o antipatie nei loro confronti. Molti di essi sono anche persone realmente esistite e questa è, forse, la cosa più interessante del romanzo.
La ricostruzione storica è l'unico punto forte della narrazione, è fatta in maniera accurata e dettagliata, forse anche troppo. Viene descritto alla perfezione il clima sociale, economico e politico del periodo e gli intrighi tra le diverse famiglie di Genova sono la cosa più avvincente narrata all'interno del libro, o perlomeno la cosa a cui mi sono appassionata maggiormente durante la mia lettura. Anche il folklore bretone, anche se poco presente, mi è risultato interessante, soprattutto perchè vengono riportati elementi collegati a storie che conoscevo, seppur parzialmente o in maniera superficiale.
Insomma, un romanzo che non mi ha lasciato niente se non un lieve blocco del lettore, una storia piatta e senza colpi di scena particolarmente rilevanti e con personaggi ben caratterizzati, ma troppo numerosi. I senza cuore non è una storia che vi consiglio, soprattutto se cercate una storia avvincente e piena di colpi di scena e avventure.
Cosa ne pensate? Lo avete letto?
Al prossimo post,
Nali <3
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