martedì 19 marzo 2019

Perduti nei quartieri spagnoli di Heddi Goodrich - Recensione

Buongiorno a tutti lettori e benvenuti, oggi vi parlo di Perduti nei quartieri spagnoli di Heddi Goodrich, edito Giunti Editore (al prezzo di 9.99 euro in digitale e di 19.00 euro in cartaceo - potete acquistarlo QUI AL 15% di sconto).


Una ragazza americana a Napoli, ma non una delle tante. Heddi, studentessa di glottologia all'Istituto Universitario Orientale, non è venuta per un rapido giro nel folclore, ma per un'immersione che la porta ad avere della città, della lingua, del dialetto una conoscenza profonda, impressionante, che nasce dall'empatia, da un bisogno di radicamento e dall'entusiasmo della giovinezza. Con una colorata tribù di studenti fuorisede e fuoricorso Heddi vive ai Quartieri Spagnoli, dove la vita nelle case antiche costa poco, si abita su piani pericolanti che sembrano calpestarsi l'un l'altro, in fuga dalla folla e dai vicoli inestricabili, costruzioni affastellate che sbucano aprendosi sul cielo e sul vulcano, in balconi e terrazzi dove è bello affacciarsi a rabbrividire, fumare e discutere. Questo romanzo, scritto in italiano letterario, tanto più sorprendente considerando che l'autrice è di madrelingua inglese, è una doppia storia d'amore: per una città e per un giovane uomo. Pietro è studente di geologia, figlio di una famiglia contadina della provincia di Avellino, gente avvinta alla terra da un legame ostinato, arcaico. A Napoli, benché il suo paese sia distante solo cento chilometri, Pietro è straniero tanto quanto Heddi. Il coinvolgimento sentimentale non vela però lo sguardo della narratrice, che considera con sguardo affettuoso ma lucido la personalità di Pietro, al tempo stesso sognatore e velleitario, diviso tra l'emancipazione rappresentata dall'amore per una ragazza così lontana dal suo mondo e il richiamo agli obblighi ancestrali della terra. Anche il ritratto della madre di lui, apparentemente fragile e depressa, in realtà custode feroce dell'ordine familiare, è di spietata esattezza. L'amore che intride queste pagine è quindi istintivo e intellettuale, complicato e semplice. È amore per le parole che compongono una vera e propria lingua del cuore, accarezzata, piegata e scolpita con una sensibilità sempre vigile. È il romanzo di quando la vita è una continua scoperta, esplorazione dell'identità altrui e ricerca della propria, di quando la scrittura incarna un atteggiamento verso il mondo pronto ad aprirsi a ogni esperienza, a godere ogni gioia, a esporsi a ogni ferita.

La lettura di Perduti nei quartieri spagnoli è stata lunga e straziante per la sottoscritta, non percheè il romanzo sia brutto, anzi è davvero un bel romanzo, ma per la storia in sè per sè. 

Il romanzo ci racconta la storia di Heddi, che è anche l'autrice del romanzo (a quanto ho capito), e della sua permanenza a Napoli, una città che ha amato e della quale è arrivata a capire ogni singolo e minuscolo particolare, nonostante la città le sfuggisse di mano. La storia d'amore per Napoli si intreccia a quella per Pietro e mi sono ritrovata in Heddi in un'infinità di ragionamenti e riflessioni e questo, forse, ha reso la lettura molto più straziante. Mi sono ritrovata molto in Heddi e nei suoi amici, anch'io come loro in una città che non mi appartiene, una città che non è "casa", un termine così estraneo ad Heddi, ma che raccoglie una serie di sensazioni e di significati profondi e importanti per loro come per me. 

Heddi ci racconta di questo suo amore totalizzante, un amore che è prima per la sua Napoli, la città che l'ha adottata, e poi per Pietro, quel ragazzo che le ha rubato il cuore e con il quale vorrebbe vivere la sua intera vita. Agli eventi del passato si alternano una serie di email che Pietro e Heddi si scambiano e dalle quali scopriamo sin dall'inizio cosa succederà. E' stato forse questa la cosa che più ha rallentato la mia lettura, perchè il sapere già cosa sarebbe successo mi ha fatto vivere il romanzo con la costante angoscia che ad ogni pagina potesse succedere l'inevitabile. Inoltre, il romanzo è intriso di malinconia, una malinconia che è palpabile dalle descrizioni di Napoli, città che io non ho mai visto, ma che dalle descrizioni mi sembra di conoscere come le mie tasche.

Tutte queste sensazioni si sono come accumulate provocando in me il desiderio di non finire il romanzo, perchè sapevo che ci avrei sofferto a leggerne la fine, perchè sapevo che non sarebbe andato come avrei voluto, come Heddi avrebbe voluto, come sarebbe, in realtà, dovuto essere se le circostanze fossero state favorevoli e se l'animo umano non fosse così fragile. 

La cosa strabiliante è che il romanzo è stato scritto interamente in italiano dall'autrice, nonostante le difficoltà che lei stessa, nel romanzo, dice di avere nell'utilizzare i termini nella maniera più consona. Questo è, sicuramente, un punto a favore della scrittrice che, così, è riuscita a dare un tocco tutto suo ad un romanzo che in traduzione non sarebbe stato lo stesso, perchè così traspaiono tutti i suoi sentimenti, tutte le sue riflessioni ed è come se fossimo nella sua testa e riuscissimo a leggere il suo flusso ininterrotto di pensieri. 

Insomma, Perduti nei quartieri spagnoli è sicuramente un romanzo che lascia il segno per la sua storia, ma anche per la sua atmosfera e le sue descrizioni di Napoli così veritiere e realistiche da catapultarci tutti nella Napoli degli anni '90. E' un romanzo che andrebbe letto se si amano le storie d'amore non convenzionali e, soprattutto, se si è lontani dalla propria "casa", ovunque essa sia, perchè è un romanzo che ti fa sentire capita e che rispecchia al meglio quello che significa essere fuorisede.

Cosa ne pensate? Lo avete letto? 
Al prossimo post,
Nali <3

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