giovedì 21 marzo 2019

Presagio triste di Banana Yoshimoto - Recensione

Buongiorno a tutti e benvenuti, oggi sono qui per parlarvi del mio secondo approccio con la Yoshimoto, autrice giapponese contemporanea della quale sto recuperando i romanzi in ordine cronologico. Il secondo titolo da lei scritto è Presagio triste, edito Feltrinelli Editore (al prezzo di 8.00 euro in copertina flessibile e di 4.99 euro in digitale - potete acquistarlo QUI con il 15% di sconto).


Cosa turba la serenità della diciannovenne Yayoi? Della sua vita idilliaca in seno a una "famiglia felice della classe media che sembra uscita da un film di Spielberg", dove il giardino è ben curato, gli abiti perfettamente stirati, i fiori sempre freschi sul tavolo e i genitori comprensivi e sorridenti? Forse a minacciare l'equilibrio di Yayoi è una sensibilità paranormale che le fa percepire presenze invisibili, e che contrasta con l'incapacità a ricordare gli anni dell'infanzia, stranamente cancellati dalla sua memoria. O forse il pericolo è il suo trasporto per Tetsuo che tende a superare i limiti dell'affetto fraterno.

Il mio secondo approccio con la Yoshimoto non è stato affatto male. Il suo primo romanzo, Kitchen, mi era piaciuto molto con la sua delicatezza e i temi trattati in maniera eccezionale attraverso una scrittura essenziale e dolce che rende i suoi romanzi unici. 

Presagio triste potrebbe essere definito come un romanzo di formazione, anche se questa categorizzazione potrebbe risultare assai limitata per definire un romanzo come questo. La storia è quella di Yayoi, diciannovenne eccentrica che tende a scappare di casa e a rifugiarsi da sua zia per un po', per poi tornare alla sua quotidianità come se nulla fosse successo. Yayoi ha, però, delle strane sensazioni, sente di non essere completa, sente che le manca un pezzo della sua vita, un pezzo molto importante che le serve per definire sè stessa e la sua vita. Yayoi non ricorda la sua infanzia e questa mancanza sarà il punto di partenza che porterà alla scoperta di una serie di segreti e nuove sensazioni che cambieranno la vita di Yayoi e di tutti coloro che le sono vicini, sua zia e suo fratello in primis. 

Il romanzo si sviluppa in una serie di brevi capitoli attraverso i quali Yayoi ci racconta pezzi della sua vita, pezzi importanti che ci aiutano e la aiutano a ricostruire i pezzi di un'esistenza incompleta. Yayoi cercherà di svelare il mistero che si nasconde dietro la sua infanzia e nel farlo cambierà radicalmente, diverrà una persona nuova, proverà nuove emozioni, emozioni forti che non aveva mai provato prima e alle quali non vuole rinunciare.
Sin dall'inizio si percepisce questa sensazione di inquietudine e di irrequietezza, una sensazione che pervade le pagine e che riesce a penetrare nella mente di chi legge. Sono stata subito catturata da questo elemento del romanzo e proprio per questo non sono riuscita a smettere di leggere sino a quando non lo avevo terminato, era quasi come se la storia mi risucchiasse al suo interno per spingermi a svelare i misteri che si nascondevano dietro ogni singola pagina. In questo la Yoshimoto è stata grande perchè non è da tutti trasmettere determinate emozioni al lettore, ma lei ci riesce in maniera strabiliante, riesce a riversare all'interno di pochissime pagine una serie di sensazioni quali l'angoscia, il dolore e la mancanza e a farle diventare quasi palpabili. 

Per quanto riguarda i personaggi, nessuno di loro mi ha particolarmente colpito a parte la zia, una donna eccentrica, dalle mille sfaccettature impossibili da cogliere tutte, una donna misteriosa che diventa il motore dell'intero romanzo, nonostante non sia lei la protagonista. Gli altri personaggi mi sono sembrati abbastanza ordinari, anche se Yayoi mi ha colpito per un aspetto caratteristico, un particolare che diventa anche l'elemento "magico" obbligatoriamente presente nei romanzi della Yoshimoto. 

La trama, invece, mi ha un po' delusa, infatti, nonostante io abbia apprezzato moltissimo l'intero romanzo, ho trovato la storia narrata un po' calante dalla seconda metà in poi. La storia diventa più piatta, nonostante ci siano diversi colpi di scena importanti e questo è, secondo me, dovuto al fatto che non vi sia una vera e propria trama arrivati a quel punto, infatti, dalla seconda metà in poi, svelato il mistero che si nascondeva dietro l'infanzia perduta di Yayoi, la trama si perde un po', diventando abbastanza superflua. Il finale, però, mi è piaciuto molto in quanto rappresentava una specie di chiusura di un cerchio, la realizzazione di un sogno, di un desiderio che erano stati serbati per anni e che giungevano, finalmente, a compimento. 

Presagio triste è sicuramente un romanzo molto particolare, che affronta tematiche inusuali come le percezioni extrasensoriali, ma anche tematiche semplici come l'amore e la famiglia e lo fa con una delicatezza tale da rendere l'intero romanzo imperdibile. La Yoshimoto è una scrittrice sicuramente da recuperare per la sua capacità di trasmettere emozioni quasi palpabili ai suoi lettori, un elemento che la rende unica. Continuerò sicuramente a recuperare i suoi romanzi e spero che voi leggiate Presagio triste perchè, nonostante la seconda parte del romanzo un po' calante, ne vale assolutamente la pena. 

Cosa ne pensate? Lo avete letto?
Al prossimo post,
Nali <3

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