lunedì 25 marzo 2019

Appartamento 401 di Yoshida Shuichi - Recensione

Buongiorno lettori e buon lunedì, oggi iniziamo la settimana con la recensione di Appartamento 401 di Yoshida Shuichi, edito Feltrinelli Editore (al prezzo di 16.00 euro in cartaceo e di 9.99 euro in digitale - potete acquistarlo QUI), e protagonista del #librogiappone di marzo.

 

Ryosuke, Kotomi, Mirai, Naoki condividono un appartamento nel quartiere di Setagaya di Tokyo. La vita scorre tranquilla, senza incidenti né particolari conflitti, come le auto che si inseguono sulla tangenziale e non si scontrano mai. Ma fuori dall'appartamento 401 i quattro giovani si confrontano con le difficoltà del vivere, del comprendere se stessi e individuare il proprio posto nel mondo. Proprio quando un quinto ragazzo, Satoru, va a vivere con loro, nel quartiere iniziano a verificarsi strane aggressioni a giovani donne. Tra forzata intimità e apatica estraneità, la tensione è palpabile, persistente, e si fa strada nel lettore il sospetto che uno dei ragazzi sia coinvolto. Ma la domanda più inquietante è: la vita vera è dentro o fuori dalle mura dell'appartamento?

Nonostante la sua trama, Appartamento 401 non è un thriller ma un romanzo che ci racconta la vita quotidiana  e la convivenza di cinque ragazzi a Tokyo. 

La storia è suddivisa in cinque parti, ognuna dal punto di vista di uno dei personaggi e tutte in ordine cronologico. Attraverso i cinque punti di vista non solo l'autore prende in esame la vita dei cinque ragazzi, ma anche il modo in cui essi si approcciano gli uni con gli altri. Infatti, nonostante vivano insieme, i cinque sembrano sempre celare qualcosa di molto importante a tutti gli altri, qualcosa che gli altri potrebbero o non potrebbero sapere e che, volutamente, ingorano per il bene della convivenza. La loro è una recita, una farsa ben orchestrata nella quale i cinque giocano a dissimulare e nascondere e a lasciar intravedere solo una piccola fetta della loro vera natura. Ad ognuna delle parti aggiungiamo nuovi tasselli che vanno a formare un puzzle nel quale il protagonista è l'umanità e la cui domanda fondamentale è "arriviamo mai a conoscere qualcuno per davvero?". 

Nonostante le premesse fossero tutte dalla sua parte, devo ammettere che questo romanzo non mi ha entusiasmata. Certo, contiene alcune riflessioni davvero molto interessanti e il colpo di scena finale non me l'aspettavo affatto, ma non ho trovato quella scintilla che stavo cercando in un romanzo che aveva un potenziale davvero fortissimo. 
Le prime due parti mi sono sembrate abbastanza piatte, dalla terza in poi la storia si risolleva un po' e di lì mi ha iniziato a prendere sempre di più. Le mie parti preferite e, di conseguenza, i miei protagonisti preferiti sono Naoki e Mirai, due persone molto simili all'apparenza, ma che nascondono segreti oscuri. 

Nonostante ognuno dei personaggi si racconti, anche noi lettori non arriviamo a conoscere in maniera profonda nessuno di loro, sfioriamo solo la superficie di quello che si nasconde nella loro anima. Non sappiamo le motivazioni che li spingono a compiere determinate azioni, è come se fosse tutto sfocato, vediamo tutto attraverso un finestrino troppo sporco perchè la visuale sia nitida, ma anche abbastanza pulito da distinguere i contorni di ciò che ci troviamo dinanzi. E', questo, uno degli aspetti che più mi sono piaciuti e che mi hanno intrigato, perchè questa mancata conoscenza è alla base dell'intera trama, come se Yoshida attraverso questo elemento voglia farci immedesimare con gli altri protagonisti della storia così da insinuare in noi, via via, il sospetto che ci sia qualcosa di sbagliato, qualcosa che non quadra nell'altro, qualcosa che non arriveremo mai a toccare con mano, ma che potremo solo percepire vagamente. 

Lo stile di scrittura è abbastanza semplice, caratterizzato da frasi brevi e concise che invitano il lettore a continuare la lettura senza fermarsi, in quanto il tono della storia si fa sempre più incalzante, soprattutto nell'ultima parte. 

Potrei stare qui a parlarvi della particolarità di questo romanzo per ore, ma non riuscirei a carpirne l'anima e le sensazioni che trasmette al lettore, per questo vi invito a leggerlo perchè, nonostante non sia un romanzo che potrebbe entrare nella mia top ten di romanzi preferiti, è un libro che fa pensare, un romanzo davvero molto particolare e unico che potrebbe piacere sopratutto a coloro che non cercano una semplice storia di vita quotidiana, ma che amano i romanzi di critica sociale e nei quali si cerca di delineare i contorni di una società che diventa sempre più sfocata, strana e incomprensibile. 

Cosa ne pensate? Lo avete letto o avete intenzione di leggerlo?
Al prossimo post,
Nali <3

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