venerdì 18 gennaio 2019

Sharp Objects e l'insondabilità della psiche umana

Buongiorno a tutti e benvenuti, oggi sono qui per parlarvi di una delle miei ultime visioni, Sharp Objects, una mini serie targata HBO e tratta dal romanzo "On the skin" di Gillian Flynn.



La protagonista, Camille Preaker, è una giornalista di cronaca nera, vive una vita sregolata ed è un'alcolista. A seguito della scomparsa di due ragazzine nella sua città natale, Wind Gap, il suo capo decide di mandarla come reporter sul campo.
Camille è quindi costretta a tornare a vivere in casa di sua madre Adora e a conoscere la sua sorellastra più piccola Amma. Si troverà suo malgrado a dover vivere ancora una volta le dinamiche della piccola cittadina del Missouri (omofobia, razzismo, la rivalità tra le donne e il machismo degli uomini), i difficili rapporti con la famiglia e a ripercorrere i traumi del passato.

Sharp Objects è una mini serie di otto puntate da 50 minuti circa, tratta dal romanzo "Sulla pelle" di Gillian Flynn e creata da Marti Noxon. La serie ha ricevuto tre candidature ai Golden Globes ed ha come protagoniste Amy Adams, Patricia Clarkson e Eliza Scanlen.
Di genere drammatico, la miniserie presenta anche numerosi elementi di thriller e gialli, infatti, la storia si incentra su una serie di omicidi che colpiscono Wind Gap, una piccola cittadina del sud dalla quale proviene Camille Preaker, giornalista incaricata di scrivere un articolo sulla vicenda in quanto voce interna alla comunità. Il ritorno a casa di Camille porterà alla luce una serie di avvenimenti che hanno segnato il suo passato e la sua psicologia andando a minare il suo benessere e rendendola un'alcolizzata sull'orlo di un precipizio dal quale tenta di allontanarsi da tempo.
Nonostante il nodo dell'intera serie siano le sparizioni e gli omicidi che si susseguono nella tranquilla e noiosa Wind Gap, al centro della narrazione c'è, in realtà, l'instabilità psicologica della protagonista. I vari particolari e i diversi input lasciati qua e là durante la narrazione rivelano un passato doloroso e una serie di circostanze che, nonostante siano risapute a livello locale, vengono tenute nascoste dalla comunità che preferisce ignorare determinati atteggiamenti e vedere solo ciò che è più semplice vedere e comprendere. La protagonista è una donna spezzata, una donna che tenta di fuggire dal suo passato, ma che al contempo tenta di analizzarlo e comprenderlo.

L'intera narrazione è basata su input visivi e uditivi che risvegliano sensazioni e avvenimenti che ci vengono presentati come sprazzi di pensieri  apparentemente casuali ma che, alla fine, vanno tutti a completare un puzzle che ci mostra quanto sia controverso, oscuro e crudele l'animo umano e quanto fragile possa essere un individuo. Devo dire che la fotografia ga contribuito molto a creare l'atmosfera perfetta perché determinate sensazioni ed emozioni fossero convenute a chi guarda la serie, infatti, i giochi di luce e le varie inquadrature sono molto evocative nella loro particolarità e vi sono diverse scene suggestive e molto significative che non avrebbero avuto la stessa intensità senza questa resa fotografica/grafica. Inoltre, vi è un'atmosfera cupa che circonda le vicende come un alone e lo si nota anche dai colori e dalle luci, infatti, sembra sempre di essere in penombra, non vi è quasi una luce viva e brillante, quasi l'atmosfera della città rispecchiasse lo stato d'animo dei suoi abitanti, così come le loro abitazioni e i luoghi che frequentano quotidianamente, il che stona con il loro atteggiamento quasi troppo allegro e mondano dinanzi a ciò che si sta verificando nella loro piccola cittadina.
Per quanto riguarda i vari personaggi, anche qui i giochi fotografici e le varie inquadrature hanno contribuito a trasmettere le emozioni di ciascuno di essi, soprattutto quelle della nostra protagonista e della sua sorellastra, due persone cresciute in maniera differente nello stesso contesto famigliare, due persone molto diverse, ma incredibilmente affini nel loro atteggiamento nei confronti della vita e tutto il vuoto che sentono, il vuoto che cercano di annegare attraverso metodi non proprio ortodossi, è percettibile, quasi palpabile, attraverso le diverse scene e la colonna sonora, sempre molto calzante.

Le interpretazioni, poi, rendono la serie ancor più degna di nota, ma penso che non debba di certo dirvi che Amy Adams interpreta in maniera strabiliante il suo ruolo trasmettendo tutta la sofferenza del suo personaggi al pubblico e lo stesso vale per Patricia Clarkson aka Adora Crelinn, madre dell'anno e donna più controversa dell'intera cittadina. Andando ad analizzare in profondità la serie si nota che vi sono tematiche davvero molto varie, dallo stupro, alla malattia mentale, all'autolesionismo all'abuso di sostanze stupefacenti e alcool, insomma, una lista di temi non semplici da affrontare ma che vengono trattati con profondità e accortezza negli otto episodi di questa miniserie, senza essere presi alla leggera o minimizzati ed è proprio per questo che Sharp Objects non è una serie per tutti, perché va compresa in profondità, analizzata sin nei minimi dettagli per carpirne ogni più misero messaggio nascosto.


È una serie che merita di essere guardata, ma che ha bisogno di un pubblico che sappia apprezzarla e che possa reggerla, perché non è una serie semplice e non è assolutamente per tutti. È una serie violenta, crudele che affronta argomenti molto scomodi e lo fa con condizione di causa ed è per questo che mi sento di consigliarla soltanto a coloro che non sono sensibili alla violenza o al sangue o che sanno di non poter reggere determinate tematiche, perché è una serie forte ed esplicita in tutto ciò che mette in scena.


Questo è tutto con la recensione di oggi, spero che vi sia stata utile!
Al prossimo post,
Nali <3

2 commenti:

  1. Non la conosco, ma la tua recensione mi ha proprio incuriosita.

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